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    Collezione Miu Miu Primavera/Estate 2021 “Un immaginario palazzo dello sport”

    6 ottobre 2020

    Uno spettacolo impossibile, un evento fisico mediato attraverso il virtuale, una comunità riunita insieme nonostante la distanza. Un paradosso. Per la sua collezione Miu Miu Primavera/Estate 2021, Miuccia Prada invita una community internazionale di donne di oggi - nello stesso momento e in un unico spazio digitale - a vivere un’esperienza, a divertirsi, insieme come in un perfetto Miu Miu Club. La sfilata e la collezione si ispirano entrambe al linguaggio condiviso dallo sport e dalla moda, trovando i parallelismi che legano queste due forme di spettacolo, di esibizione osservata, accomunate da una stessa esigenza: la necessità di un pubblico che faccia da testimone. Tutti e due sono un mezzo di espressione dell’essere umano, in cui l’osservazione è imprescindibile.

    Sia le sfilate di moda che lo sport esistono per essere guardati, per divertire, dare gioia. Sono fenomeni performativi, dove la presenza di un pubblico è essenziale tanto per l’evento quanto per gli attori, in uno scambio a doppio senso. Entrambi si rivolgono a una community collegata al suo interno dall’abbigliamento che indossa, dall’autoidentificazione. 

    Il palcoscenico della sfilata Miu Miu è un anfiteatro, uno ‘sports palace’ chiamato Miu Miu Club, reimmaginato da AMO, vissuto come esperienza digitale dal pubblico appositamente invitato. Schiuma fono assorbente color rosa acceso ingentilisce falangi di schermi video che mostrano i diversi gruppi di donne Miu Miu riunite in giro per il mondo. Come lo sport, anche la moda ha bisogno di spettatori: non passivi e invisibili, ma attivi e interattivi. Trasmesse in diretta all’interno della sala, le reazioni del pubblico costituiscono parte integrante di un appuntamento ineludibile con le modelle. La loro presenza migliora e innalza il livello della performance. 

    L’atmosfera è di intrinseca polarità: abiti da sera contrapposti a sportswear, pragmatismo e ricercatezza, la realtà contro il digitale, un evento allestito davanti a uno stadio vuoto, eppure osservato in contemporanea da molti. I capi si ispirano al linguaggio spettacolare dell’abbigliamento degli atleti e ad abiti da sera ricchi di ornamenti: blocchi di colore, jersey, forme aerodinamiche, bardatura contrapposta a decorazione, adornamento, femminilità, morbidezza. La doppia esigenza dell’azione e dell’attrazione ha portato a risultati estetici simili. Le forme sono semplici: blouson, pantaloni dritti, gonne a portafoglio che si schiudono all’altezza della coscia. I tessuti sono leggeri, gli orli accorciati, per liberare la figura all’interno. 

    La genesi di Miu Miu può diventare la sua esegesi: il riesame dei primi anni della maison si riflette nella semplicità delle silhouette, nella consapevolezza del corpo e nella ricerca del punto di incontro tra abbigliamento sportivo e moda, un’ossessione che ha accompagnato Miuccia Prada per tutta la sua carriera. Le calzature mescolano archetipi dello sport e tropi della femminilità: sneaker e scarpette da calcio con tacchi alti. Punti di vista apparentemente dicotomici, ma nella pratica in armonia tra loro perché in fondo rispecchiano la dualità della realtà, delle persone. 

    Fisico e fisicità, visivo e virtuale. In un contesto di consapevolezza di sé necessariamente acuita, di incessante e inevitabile consumo digitale della propria immagine, alla fine lo spettatore più importante è l’io. 

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