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Purpose e Valori
Milano e Tokyo – 17 aprile 2019 - L’Ambasciata d’Italia a Tokyo, il Gruppo Prada e la Fondazione Enrico Castellani sono lieti di annunciare che il 17 aprile 2019 l’opera Superficie bianca di Enrico Castellani, parte della collezione Farnesina custodita dall’Ambasciata, è rientrata nella sua sede – la sala d’ingresso della Residenza della Sede diplomatica – dopo un profondo restauro effettuato con il sostegno del Gruppo Prada.
Il dipinto, ora riportato alla sua condizione d’origine dopo l'accurato intervento dello Studio Restauri Formica di Milano, fu realizzato nel 1966 e da allora destinato dal Ministero degli Affari Esteri all’Ambasciata d’Italia a Tokyo.
Il restauro è stato preceduto e guidato da un’attenta riflessione sulle condizioni dell’opera e sulla scelta delle modalità d'intervento, con il pieno coinvolgimento, sin dalle primissime fasi, della Fondazione Enrico Castellani.
Dalla collaborazione di tutte le parti che hanno seguito questo intervento – Fondazione Enrico Castellani, Gruppo Prada, Ambasciata d’Italia a Tokyo e Studio Restauri Formica – è scaturita la scelta di procedere a un’attenta pulitura ed al risarcimento delle lacerazioni. Gli interventi, eseguiti a regola d’arte, hanno consentito il pieno recupero dei valori cromatici e volumetrici dell’opera.
L’Ambasciatore d’Italia in Giappone Giorgio Starace, ha dichiarato: «Il restauro, portato a termine dallo Studio Formica di Milano e sostenuto interamente da Prada ha riportato alla sua bellezza originaria l’opera Superficie bianca di Enrico Castellani, che siamo onorati di custodire in Ambasciata. Un riuscitissimo esempio di collaborazione tra le Istituzioni italiane e una grande realtà quanto mai sensibile al patrimonio artistico-culturale del nostro Paese: Prada. A Miuccia Prada e Patrizio Bertelli va dunque tutta la mia più sincera gratitudine. Sono altresì grato al Presidente della Fondazione Enrico Castellani, Lorenzo Wirz Castellani, per essere quest'oggi presente al nostro evento e per il prezioso sostegno di questi mesi».
Lorenzo Wirz Castellani, Presidente della Fondazione Enrico Castellani, ha dichiarato: «Sono particolarmente grato a tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questo importante progetto di recupero. È stata una grande emozione vedere l’opera di Enrico Castellani prima del restauro e poterla ammirare a intervento ultimato. Mi fa particolarmente piacere che anche altri possano ora godere di questa eccezionale superficie a rilievo e che l’opera, unica nel suo genere, sia stata collocata di nuovo presso la sede dell’Ambasciata d’Italia a Tokyo, considerato anche quanto mio padre fosse legato al Giappone da un rapporto che risale ai primi anni Sessanta, rinnovato dal conferimento del Praemium Imperiale per la Pittura, nel 2010, e oggi ulteriormente confermato».
Patrizio Bertelli, Amministratore Delegato del Gruppo Prada, ha dichiarato: «Ho accolto con entusiasmo la proposta dell’Ambasciatore Starace di sostenere il restauro di questo importante quadro, opera di uno dei più emblematici artisti italiani del nostro tempo, a cui ero legato non solo da un rapporto di ammirazione per il suo lavoro, ma anche da una amicizia personale. Contribuire al restauro di quest’opera non è stata solo l’occasione di restituire al patrimonio artistico un’importante testimonianza, ma anche rendere omaggio alla memoria di un amico».
L’Ambasciata d’Italia a Tokyo e il Gruppo Prada hanno celebrato il rientro di Superficie bianca nella sua sede originale con un evento di presentazione dell’opera, al quale sono intervenuti rappresentanti del mondo dell’arte, della cultura, dell’imprenditoria, della moda e della diplomazia internazionale.
ENRICO CASTELLANI E IL GIAPPONE
In un’intervista del 2011 Castellani, scomparso nel dicembre 2017, dichiarava: “Il Giappone è stato il primo paese straniero che, fin dagli anni Sessanta, si è interessato al mio lavoro”, sottolineando così un legame che non è mai venuto meno, ulteriormente confermato dal conferimento nel 2010 del Preamium Imperiale per la Pittura, il più alto riconoscimento artistico giapponese a livello internazionale.
Per Enrico Castellani, le prime partecipazioni ad esposizioni collettive in Giappone risalgono, infatti, a quegli anni1 e le conseguenti acquisizioni di sue opere da parte di musei ed istituzioni sono altra conferma di quanto in Giappone il suo lavoro fosse apprezzato già allora. Nel 1968 tiene la sua prima esposizione personale a Tokyo, alla Tokyo Gallery, la più importante galleria privata d’arte contemporanea della capitale. Fondata nel 1950 ed attiva ancora oggi, sin dalla sua apertura ha contribuito alla diffusione dell’arte occidentale organizzando nei suoi spazi esposizioni, fra gli altri, di Lucio Fontana, Yves Klein e Jackson Pollock. In occasione della mostra, alcuni musei acquistano dei lavori di Enrico Castellani, come la Superficie gialla presente nella collezione dell’Ohara Museum of Art a Kurashiki o la Superficie bianca circolare parte della raccolta del Museum of Modern Art di Osaka.
Seguiranno diverse partecipazioni a rassegne collettive2 ed alcune mostre individuali, come le esposizioni alla Jiugaoka Gallery a Tokyo nel 1977, alla Koh Gallery, sempre a Tokio nel 1981, alla Kodama Gallery, a Osaka nel 1988, accompagnata da una pubblicazione con testo di Pier Giovanni Castagnoli e quella alla Kamakura Gallery, a Tokyo nel 1991, documentata da un catalogo con uno scritto di Iseki Masaaki.
1 Nel 1966 Enrico Castellani è presente con una Superficie bianca alla mostra Third Exhibition Dept, organizzata dal Museum of Contemporary Art di Nagaoka, e nel 1967 partecipa alla mostra dedicata all’arte italiana contemporanea, organizzata da Palma Bucarelli e Yukio Kobayashi, presso il National Museum of Modern Art di Tokyo.
2 Tra le diverse, sono da ricordare Contemporary Art. Dialogue between the East and the West, al National Museum of Modern Art di Tokyo nel 1969 e 100 anni d’Arte Italiana Moderna 1880-1980, sempre al National Museum of Modern Art di Tokyo nel 1982, curata da Giorgio De Marchis. Nel 1984 alcune sue opere sono invece comprese nella mostra itinerante Mistero e mito. Momenti della pittura italiana 1930-1960-1990, che sarà proposta al Fukuyama Museum of Art, al Chiba Prefectural Museum of Art, al Iida City Art Museum e che toccherà anche l’India, con una tappa presso il Museum of Art di Kochi. Anche la successiva mostra Arte italiana 1945-1995. Il visibile e l’invisibile, fra il 1997 ed il 1998, è accolta in più sedi: l’Aichi Prefectural Museum of Art a Nagoia, il Museum of Contemporary Art a Tokyo, lo Yonago City Museum of Art a Tottori e il City Museum of Contemporary Art a Hiroshima.