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    VALVIGNA un percorso tra architettura e natura

    1 giugno 2018

    OLTRE VENT’ANNI DI COLLABORAZIONE
    TRA IL GRUPPO PRADA E GUIDO CANALI


    Il Gruppo Prada presenta l’architettura della nuova sede industriale di Valvigna, in provincia di Arezzo, completata nel corso del 2017, progetto a suo tempo affidato all’architetto Guido Canali, già autore per Prada degli stabilimenti di Montevarchi (1999), Montegranaro (2001) e del nuovo Polo Logistico di Levanella, attualmente in via di completamento.

    La sede industriale di Valvigna ospita la divisione produttiva e lo sviluppo delle collezioni pelletteria Prada e Miu Miu, i magazzini per le materie prime, gli archivi storici delle collezioni di pelletteria e calzature, gli uffici dei servizi generali e amministrativi industriali, un auditorium, locali tecnici e il centro di elaborazione dati del Gruppo Prada.

    A Valvigna, Guido Canali sviluppa e porta a compimento alcuni temi ricorrenti nel suo lavoro, già parzialmente esplorati nei precedenti due interventi di Montevarchi e Montegranaro che, insieme alla nuova sede, vengono ormai frequentemente definiti “fabbriche-giardino”.


    Intervenire su di un territorio degradato e mitigare l’impatto paesaggistico di ciò che si vuole costruire, sono i verbi che raccontano l’impresa condotta dal Gruppo Prada e dall’architetto Guido Canali nel corso di una lunga collaborazione.

    Per Valvigna in particolare, nel corso di diversi anni si conquistano con tenacia, rigore e pazienza terreni limitrofi mentre si progetta, si costruisce e si piantano alberi. Le attività si sovrappongono e si stratificano: il progetto si affina mentre l’edificio si definisce. L’architetto è mastro carpentiere, il cantiere è il luogo della messa a punto.

    L’architetto Guido Canali spiega in merito: “La massiccia presenza di verde, esaltata da specchi d’acqua anche con funzione di riserva energetica, è parte integrante dello stabilimento.
    Non esibita per mero decoro, piuttosto si pone come condizione del benessere delle persone che vi lavorano. Un’architettura che rifiuta gratuite gestualità ed esibizionismi e piuttosto rimane fedele, nell’eliminare e far decantare, a un rigore critico di ascendenza razionalista. Così, gli affascinanti giardini segreti, i pergolati ombrosi di vitis vinifera, gli stagni lucenti non rappresentano il compiacimento formale degli architetti, ma il rispetto per la dignità e la salute, anche psichica, di chi, tra quelle mura e quei giardini, dovrà lavorarci. E dunque inevitabilmente anche faticare”.


    “La ‘visione comune’ su come affrontare il tema della fabbrica e dell’ambiente di lavoro si è sviluppata con Guido Canali partendo da tre principi fondamentali: il rispetto del lavoratore e del lavoro, un’interpretazione pienamente condivisa del concetto di ‘qualità senza compromessi’, il riconoscimento dell’importanza del dettaglio come espressione di efficienza, di una vera e propria ‘cultura del lavoro’ e non di un’estetica fine a se stessa”, afferma Patrizio Bertelli, amministratore delegato del Gruppo Prada. “Un’etica di cui Prada e Guido Canali sono stati tra i precursori: sviluppata congiuntamente in vent’anni di collaborazione, è stata introdotta spontaneamente in un momento storico in cui la presa di coscienza di questi valori non era stata ancora individuata come doverosa. La sede industriale di Valvigna rappresenta la sintesi di questi principi: un’architettura rispettosa del luogo in cui è inserita, capace di generare efficienza responsabile e sostenibile e di ottenere un equilibrio dell’intervento architettonico con la natura circostante”.

    Per l’occasione, il Gruppo Prada presenta la pubblicazione di un volume dedicato alla collaborazione con l’architetto Guido Canali dal titolo “Guido Canali Architetture per Prada”, a cura di Italo Lupi.

    Il libro illustra la ‘visione comune’ all’architetto e al Gruppo Prada sul tema della progettazione degli edifici industriali nel rispetto del territorio, del lavoratore e nella massima cura della qualità, dell’efficienza industriale e del dettaglio.


    Giugno 2018

    APPROFONDIMENTI

    Il progetto: intervenire su un territorio e
    mitigare l’impatto paesaggistico del costruito

    Nel 1998 Il Gruppo Prada acquista un terreno di circa 30.000 metri quadrati di fronte all’autostrada A1 Milano-Roma in provincia di Arezzo, nel comune di Terranuova Bracciolini.

    L’area è inizialmente occupata da una vecchia fabbrica di tegole di cemento, la Cementegola, dismessa da anni. Il piano regolatore impone una riqualificazione.

    Il Gruppo Prada incarica l’architetto Guido Canali di realizzare uno stabilimento con magazzini a piano terra e laboratori al primo piano, a cui si affianchino una palazzina uffici e una mensa.
    A lungo, con tenacia e pazienza, il Gruppo acquista terreni limitrofi per dare respiro all’edificio e il progetto si affina.

    L’edificio è pensato come luogo in relazione alle esigenze di chi l’abiterà, all’occhio di chi lo vedrà percorrendo l’autostrada, all’ambiente circostante che preesiste e che permarrà una volta finalizzato.

    In continuità con quanto già fatto a Montevarchi e Montegranaro, prima dell’edificio viene pensato il suo inserimento nel paesaggio.

    La maggiore preoccupazione è l’altezza, definita a un massimo di 11 metri totali.

    Come creare armonia?

    Abbassando. Come già fatto a Montevarchi, dove la quota della strada si raccorda alla sommità dell’edificio attraverso una serie di gradoni verdi.

    Schermando. Come già fatto a Montegranaro, dove muri e quinte creano scenografiche viste.
    Davanti allo stabilimento, si prevede un’ampia fascia (40 metri) di parcheggi e strade a uso pubblico. Il progetto, dunque, fa arretrare il fabbricato e inserisce una cortina intermedia composta da tre gradoni coperti da grandi vasche di terra, che accolgono ordinati filari di viti. Il piano terra sparisce alla vista e la fabbrica sembra adagiarsi su questo nuovo piano, posto a quota 8 metri sul livello del piazzale.

    Il terrazzamento. Il segno orizzontale dei gradoni marca tutta la lunghezza del lotto, diventando permeabile alla vista laddove sparisce il pesante volume del fabbricato da nascondere.
    Il primo piano è fatto d’aria e di luce: grandi shed lunghi 36 metri inquadrano il cielo dall’interno e superfici in aggetto costituiscono punti privilegiati per apprezzare viste sulle colline e sull’Arno, le stesse prospettive regalate anche dai giardini pensili, che completano l’illusione di trovarsi adagiati a terra, sopra un terrazzo naturale.

    La progettazione del retro è più difficile, perché lo spazio è stretto, la collina è dissestata, edifici preesistenti senza valore incombono dall’alto a pochi metri di distanza.

    Gli uffici e la mensa nascono, per questo, chiusi all’esterno da grandi fasce murarie, introversi su chiostri e patii interni.

    Infine, si ricostruisce l’originaria dolcezza delle colline, operando sul pendio per ridurre il rischio di frana e garantendo la sicurezza idrica e geologica del terreno.

    Un sistema di pergolati leggerissimi rivestiti di viti, punteggiati da gelsi, melograni, giuggioli e alternati ad aiuole di lavanda grandi come campi, sono il contesto in cui si inseriscono i parcheggi a prato, completamente filtranti.

    Mentre la fabbrica si costruisce, la collina si ri-compone in un dialogo con il paesaggio ritrovato.

    La visione dell’autore Guido Canali
    Un luogo di lavoro dove il benessere si coniuga alla produttività in a in un equilibrio naturale

    Lo stabilimento di Valvigna è un ambiente progettato per il benessere delle persone.

    L’opera esprime un rispetto quasi religioso per la natura, che è salvaguardata e ricomposta, e per il lavoro dell’uomo a cui sono riconosciuti valore e dignità.

    L’elemento ispiratore è la convinzione che i luoghi di lavoro non debbano essere risposta alla sola esigenza funzionale e produttiva ma al contrario debbano essere luoghi dell’uomo e per l’uomo.

    La presenza di giardini e spazi verdi, la grande luminosità diffusa, vogliono rappresentare lo strumento di efficace ristoro dalla fatica del lavoro.

    Ricerca continua di equilibrio tra giardino ed edificio, tra il rigore del disegno architettonico e la libertà degli elementi naturali. 

    La fabbrica si svela nei patii, nei corridoi percorsi dalla luce che si infiltra da tagli inattesi, nei laboratori al primo piano ampi, liberi, luminosissimi.

    L’opera è frutto della perfetta padronanza di un mestiere e di un metodo che molto hanno a che fare con il mestiere e il metodo dell’artigiano.

    Alla base, il rifiuto del gesto creativo fine a se stesso, l’attitudine al continuo lavorio di messa a punto e alla rilettura di quanto già fatto come punto di partenza per esiti nuovi, la cura sartoriale di ogni dettaglio, la convinzione che il cantiere sia la fabbrica dove le idee trovano forma e mutano cercando nuove messe a punto. 

    VALVIGNA IN NUMERI: 

    4
    CORPI DI FABBRICA


    il corpo principale, composto da un fabbricato a due piani con, al piano terra, una struttura portante prefabbricata in calcestruzzo armato, destinata a magazzino merci e, al piano primo, una struttura portante in acciaio per i laboratori di campionario, suddivisi per marchio e famiglia di prodotto (Prada Donna, Prada Uomo, Minuteria e Miu Miu); 

    il corpo locali tecnici, che ospita le centrali elettrica, termica e idraulica, con un terrazzamento soprastante dedicato a vegetazione di alto fusto; 

    l’edificio per uffici, in carpenteria metallica su tre piani, realizzato alle spalle del corpo principale. Al piano terra dell’edificio sono presenti la Segreteria Generale, un Auditorium e le Sale Multimediali e Telepresenza;

    la mensa, giocata su un unico livello al piano terra, è caratterizzata da una copertura vetrata, sormontata da pergolato, addossata all’edificio per uffici.

    L'EDIFICIO

    93,125 m2 Total area di intervento
    32,431 m2 Total superficie costruita
    19,000 m2 Superficie coperta edificio
    26,606 m2 Edificio principale
     2,960 m2 Locali tecnici
     3,157 m2 Palazzina uffici
     1,708 m2 Mensa e cucina

    THE GREENERY

          20 ton/anno COassorbita
    74,000 mTappezzanti ed erbacee
     8,000 mdi parcheggi inerbiti
     3,275 mSemina prato
     2,800 mdi tappeti verdi
    29,000 Arbusti
      8,700 Rampicanti
         980 Viti
         297 Alberi

     Guido Canali

    Musei e industrie, oltre naturalmente a quello dell’abitare, sono i filoni più caratteristici della ricerca progettuale di Guido Canali.

    Nei primi Canali, è riconosciuto erede della gloriosa tradizione del moderno in Italia, tra gli anni Sessanta e Ottanta, quando Maestri come Franco Albini e Carlo Scarpa regalarono al mondo impeccabili allestimenti. Specificità personalissima è il rovello nel trasformare in spettacolo lo stesso percorso del museo. In questo senso sono reinterpretati alcuni tra i più singolari complessi storici italiani: il Palazzo della Pilotta a Parma, dove per oltre trent’anni, dal 1970, si reinventa la Galleria Nazionale, affascinanti sale espositive da stalle obsolete e altri spazi segregati da decenni; l’Ospedale Trecentesco di Santa Maria della Scala a Siena, trasformazione in progress dagli anni Novanta, in uno dei più importanti poli culturali italiani con il Museo Archeologico, traslato nelle viscere medievali del complesso e il Centro Congressi; il nuovo Museo del Duomo di Milano (2014), percorso di sottile suggestione a piano terra di Palazzo Reale; il Museo delle Statue Stele a Pontremoli (2016), ripensato secondo un serrato ritmo narrativo, entro inediti meandri del Castello del Piagnaro. Coerenti con lo stesso metodo di ricerca le ristrutturazioni: tra le tante, quella (a seguito di concorso internazionale a inviti del 1987) di un intero isolato ottocentesco nel cuore di Monaco di Baviera quale headquarter della HypoVereinsbank.

    Quasi contemporaneamente, due grandi navi da crociera per Costa Crociere (1988-1992), dove “l’andar per mare”, ormai commercialmente banalizzato, è decantato nella chiave di un gioioso razionalismo.

    Nel campo della residenza, multiformi declinazioni sul tema della “casa padana” in vari complessi abitativi (a Parma, Reggio Emilia, Sassuolo, Noceto…), ma anche prove impegnative come un denso quartiere di millequattrocento abitanti al Portello, Milano, (presentato alla Biennale di Architettura di Venezia nel 2010).

    Infine, i luoghi del lavoro (stabilimenti industriali, artigianali, uffici). Sempre, se il contesto lo consente, sono fasciati dal verde, quasi case coloniche nella campagna (Smeg a Guastalla, Pinko a Fidenza, Gran Sasso presso Teramo). E costruiti attorno a giardini interni e patii luminosi, con sottile rimando agli archetipi classici dell’antichità, come le sedi industriali progettate per Prada.

    Guido Canali. Accademico di San Luca, di Belle Arti a Parma, socio d’Onore dell’Associazione Italiana Architetti del Paesaggio e dell’Istituto Nazionale di Architettura. Già professore di Composizione Architettonica a Venezia e a Ferrara. Numerosi riconoscimenti, tra cui premi INARCH 1989/90, 91/92, 2007; Constructa Preis Hannover 92; Fritz Schumacher Preis 2004, alla carriera; Compasso d’Oro 2004; Dedalo 2007; Brick Award 2008; Piranesi Prix de Rome 2011, per il restauro; INARCH/ANCE 2014 alla carriera (“uno dei principali protagonisti della cultura architettonica italiana degli ultimi cinquant’anni”), Brand&Landscape Award 2016.

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