HIGHLIGHTS
Purpose e Valori
Cosa ci vuole per essere veramente divertenti? La cabarettista Carmen Lynch lo sa. Mentre la osserviamo tra gli specchi in camerino e il palcoscenico su cui si esibisce - passando per le strade piene di confusione di Portland e una drogheria aperta tutta la notte – ci viene offerta l’opportunità di gettare uno sguardo nell’intimo di un individuo davvero di talento. Le luci sature della città e il neon vacillante delle insegne dello showbiz diventano il fondale fugace e transitorio di Carmen, che si confronta con se stessa – il proprio aspetto, i propri sogni, gli strani rituali dell’accoppiamento nel mondo moderno – attraverso il confronto con il pubblico. Che a volte ride con lei, altre no.
Carmen di Chloë Sevigny è il tredicesimo film commissionato da Miu Miu per Women’s Tales, la serie di cortometraggi realizzata da donne che celebrano la femminilità del XXI secolo esplorandola con occhio critico.
Il debutto di Chloë Sevigny come regista arriva nel 2016 al Festival del Cinema di Cannes, con la prima del suo cortometraggio Kitty, basato su una storia di Paul Bowles. La sua carriera di attrice pluripremiata ha avuto invece inizio oltre vent’anni fa ed è costellata da film cult come Kids di Larry Clark e Last Days of Disco di Walt Whitman, e da programmi TV come Big Love e Bloodline. In questo arco di tempo, anche il suo prestigio come singolare icona della moda ha decollato, grazie alle collezioni da lei disegnate, al lavoro come modella e al ruolo da protagonista in due campagne di Miu Miu (Primavera/Estate 1996; Autunno/Inverno 2012).
L’atmosfera di Carmen è sciolta, voyeuristica, improvvisata, e riflette l’interesse di Chloë Sevigny per “realizzare un corto che racconta un percorso, l’essere donna, l’ego dato dalla celebrità; che parla dell’amore per il mestiere, l’amore per l’arte, la sua ripetizione”. Il copione si sviluppa intorno al materiale cabarettistico prima scritto da Carmen Lynch e poi ulteriormente rielaborato con grande intuito dalla regista. “Il film coglie molto bene quella che sono,” dichiara la Lynch. “Quando sei sulla strada, anche se sei sola non ti sembra nemmeno più di esserlo. Molti di noi comici sono introversi, osservano e ascoltano”.
Tutti i grandi comici – da Bill Hicks a Sandra Bernhard – oscillano infatti tra ironia e introspezione, commedia e personale tragedia. Carmen riprende questa affascinante mitologia offrendo un ritratto sincero, tenero e malinconico fatto da un’artista per un’altra artista, che potrebbe anche essere qualsiasi donna coraggiosamente disposta ad aprirsi con gli altri.